In questa settimana ho avuto modo di vedere “World Invasion“. Avevo avuto notizia che si trattasse di una sorta di pubblicità di reclutamento per i marines USA e quindi sono partito abbastanza prevenuto sul film, che non ha tradito le aspettative della vigilia.
Togliendo l’audio e prendendo scene a caso, effettivamente, potrebbe essere utilizzato benissimo per una pubblicità dello Zio Sam che incita al reclutamento, ma essendo tutta la storia incentrata su una squadra di marines buttati allo sbaraglio durante un’invasione aliena della Terra, è abbastanza ovvio che tutto giri attorno ai soldati con scene di mezzi e azioni che li riguardano. L’ambientazione è molto ristretta attorno a questo PoV, aumentando l’impressione che tutto il film sia stato costruito su una cagnotta mollata dal Department of the Navy per farsi pubblicità. Tutti i personaggi principali e secondari si raccolgono attorno alla squadra dei marines, ai loro superiori diretti e alle persone che incontrano durante la battaglia.
Quest’impostazione, se si cancella l’impressione di un grande spot, mi è piaciuta. I soldati non sanno cosa li aspetta e dagli eventi si intuisce che qualcuno già sapeva che qualcosa di strano stava accadendo. Molto carino il dettaglio dei messaggi radio e TV che passano in sottofondo parlando della pioggia di meteoriti come curiosità ed evento “riempi tiggì”, facendo raccogliere molti curiosi presso le spiagge (i meteoriti sarebbero caduti in mare) così da fornire una prima schiera di vittime inconsapevoli alle avanguardie aliene. Una chicca molto attuale, se mi si passa il paragone…
Anche i soldati si troveranno catapultati in una situazione di guerriglia urbana senza avere alcuna informazione certa, anzi, dovendo venire a compromessi con informazioni di intelligence parziali e spesso completamente errate che trasformeranno lentamente la battaglia in una disfatta per tutte le forze in campo.
Un altro punto che mi è piaciuto è che i personaggi muoiono. Durante tutto il film ci sarà uno stillicidio di morti tra i membri della squadra e anche tra i civili che raccoglieranno durante la missione (unica eccezione, ovviamente e direi giustamente, i bambini) tratteggiando un quadro abbastanza realistico di ciò che è una guerra vera dove si rischia la vita in ogni momento e ci si muove basando le proprie scelte su quello che si sà, anche se può rivelarsi sbagliato o fuorviante. Questo si riverbera sull’umore dei soldati che partono alla volta della battaglia quasi si trattasse di una gita di piacere per poi affrontare la durezza degli eventi e la perdita inaspettata di parte dei compagni. L’aumento della tensione metterà alla frusta i rapporti più tesi all’interno del gruppo fino alla “catarsi” a base di patriottismo e buoni sentimenti che riunirà il gruppo per la prova finale.
La storia
L’impianto della storia mi ha ricordato molto la struttura di “Indipendence day” dove, però, i personaggi principali non sono dei leader e non hanno la solida consapevolezza di quelli del blockbuster di Michael Bay. In “World Invasion” la storia parla di persone comuni, con i loro problemi e le ovvie difficoltà di essere gettati contro qualcosa di sconosciuto. Il risultato finale (ovviamente) arriderà agli umani grazie alle intuizioni e alle competenze del manipolo di supersiti guidati dal personaggio principale, il sergente dei marines Michael Nantz, interpretato dall’attore Aaron Eckart. Nonostante la storia riguardi una squadra, l’unico personaggio tratteggiato a fondo è proprio il sergente Nantz, lasciando gli altri membri come comprimari appena abbozzati.
Durante il film non mancano i momenti “patriottici” e “americani” di decine di altri film di guerra ma senza eccessi a base di stelle e strisce e, tutto sommato, sempre abbastanza inseriti nella logica della storia, riuscendo ad essere dimenticati rapidamente.
Gli elementi fantastici
Gli alieni sono descritti molto brevemente e questo è in linea con l’ambientazione priva di notizie ed informazioni in cui si muovono i personaggi. Non mancano però alcuni lampi che tentano di fornire una logica e delle motivazioni agli alieni, così come alcuni sprazzi sulla loro tecnologia. I mezzi a disposizione degli alieni mi sono sembrati abbastanza azzeccati per una testa di ponte che deve viaggiare chissà quanti anni luce per raggiungere il nostro miserando pianeta, rendendo tutto sommato plausibile lo scontro tra le forze terrestri e quelle aliene. Questo permette anche una conclusione più “realistica” dei contorsionismi ai quali ci hanno abituato altri film. Nello svolgimento della storia gli sceneggiatori hanno tentato di dare una spiegazione per ogni evento, riuscendo a mantenere una certa coerenza che non fa crollare il flusso della storia.
Una delle cose che mi è piaciuta è che, nonostante ci siano i presupposti e i personaggi, non ci sia l’immancabile e spesso irrealistica storia d’amore tra l’eroe e la bella di turno. Un qualcosa di cui non si sente la mancanza e che innalza di una tacca la barra del realismo (quando si è alle prese con alieni che massacrano una città e si tenta di salvare la buccia propria e di chi si ha attorno, non c’é poi tanto tempo per fare il lumacone…).
I momenti “WTF?”
Ci sono un paio di frasi buttate durante il film che mi hanno fatto storcere il naso, ma sono passate oltre rapidamente in quanto erano più di contorno che parte della trama principale, rendendo la visione d’insieme tutto sommato godibile e ben costruita.
Alcune domande rimangono aperte sul perché ci si sia concentrati su un combattimento a terra senza bersagliare le unità nemiche con armi pesanti a lungo raggio, ma questo esula dalla visibilità dei personaggi e quindi possono rimanere non risposte senza togliere nulla alla costruzione della storia.
Conclusioni
Battle for Los Angeles è un buon film di guerra con elementi fantascientifici. Non è un capolavoro, ma si lascia guardare e regala un paio d’ore di divertimento a base di sparatorie ed esplosioni. Le scene sono girate con un taglio “documentaristico” facendo ballare la camera a destra e a manca per cui potrebbe risultare fastidioso, soprattutto se visto nelle prime file del cinema.
Come molti film in cui compaiono le forze armate USA, ci sono momenti un po’ troppo patriottici e con morale da Baci Perugina, ma la cosa non passa il livello del buon gusto e tutto sommato dipinge una realtà abbastanza fedele del pensiero dell’americano medio. Sono i tipici discorsi che mi aspetterei da un qualunque Sgt. Smith se avesse alle spalle la parlantina di uno sceneggiatore di Hollywood.
Se non vi infastidiscono le scene “ballonzolanti” dello stile documentaristico e riuscite a non vedere uno spot dei Marines ogni volta che c’è un elicottero o dei soldati che corrono, è un film da guardare.
Voto: 8/10
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